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La storiella della scuola degli animali, che circola da anni tra gli educatori

Il sistema d'educazione che usano i nostri docenti, il più delle volte è sbagliato, perchè standardizzato a rendere tutte le persone uguali. Indipendentemente da chi hanno di fonte. Pensateci, è così, gli insegnanti tendono ad unificare le persone, che inevitabilmente sono tutte diverse, con sensazioni diverse, con modi di pensare e di reagire diversi ecc. Non è così forse? Siamo tutti uguali? Dobbiamo imparare a memoria tutto, come pappagalli, solo allora quegli insegnanti sono contenti. Invece ogni esemplare umano è unico e bisognerebbe lavorare per scoprire quella unicità, insegnare a sviluppare quell'unicità. Voglio che leggiate questa "simpatica storiella".

Racconto. Un coniglio, un uccello, un pesce, uno scoiattolo, un'anatra e così via decisero di aprire una scuola. Tutti quanti si accinsero a preparare il programma. Il coniglio pretendeva che nel programma ci fosse la corsa. L'uccello pretendeva che ci fosse il volo. Il pesce pretendeva che ci fosse il nuoto. Lo scoiattolo pretendeva che ci fosse l'arrampicarsi sugli alberi. Anche tutti gli altri animali pretendevano che le loro specificità fossero incluse nel programma, e così alla fine ci misero tutto e commisero l'errore grandioso di pretendere che tutti gli animali seguissero tutti i corsi. Il coniglio era magnifico nella corsa; nessuno sapeva correre come lui. Ma gli animali sostenevano che era un'ottima disciplina intellettuale ed emotiva insegnare il volo al coniglio. Insistettero perchè imparasse a volare e lo misero su un ramo e dissero: «Vola, coniglio!». E quel povero saltò giù, si ruppe una zampa e si fratturò il cranio. Gli restò una lesione al cervello e non poté neppure correre forte come prima. Così, anziché prendere 10 nella corsa, prese soltanto un 7. E gli diedero un 6 nel volo in considerazione del suo impegno. La commissione che aveva varato il programma era felice. La stessa cosa capitò all'uccellino...sapeva volare come una freccia e compiere bellissime evoluzioni, e meritava 10. Ma pretesero che scavasse tane nel terreno come una marmotta. Naturalmente si ruppe le ali, il becco e tutto il resto e non poté più volare. Ma la commissione fu ben contenta di dargli 7 in volo e così via. E sapete chi riuscì meglio, in tutta la classe? Un'anguilla mentalmente ritardata, perchè riusciva a destreggiarsi alla meno peggio in tutte le materie. Il gufo se ne andò indignato, e adesso vota «no» ogni volta che vengono proposte nuove tasse per finanziare le scuole.

Sappiamo benissimo che tutto questo è sbagliato, ma nessuno fa qualcosa per rimediare. Puoi essere un genio. Puoi essere uno dei grandi scrittori del mondo ma non puoi entrare in un'università se non superi l'esame di trigonometria. Perchè? Non puoi diplomarti alla medie superiori se non sai questo ma anche questo e quest'altro! Non puoi diplomarti alle elementari se non fai quello e quell'altro ancora. E poi conta chi sei. Guardate l'elenco di quelli che hanno abbandonato: William Faulkner, John F. Kennedy, Thomas Edison. A scuola non c'è la facevano. Erano un disastro. 

«Non voglio imparare ad arrampicarmi perpendicolarmente sugli alberi. Non mi arrampicherò mai perpendicolarmente sugli alberi. Io sono un uccello. Posso raggiungere la cima dell'albero volando.» Non importa, è utile come disciplina intellettuale.»


da [Vivere, Amare, Capirsi di Leo Buscaglia]


Vincenzo Nisio

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