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Signor Passato

Lo sapete, mi piace scrivere. Ho sempre scritto, da piccolo, ho quaderni pieni di vecchio inchiostro indelebile che ha sorretto e condiviso le mie emozioni e inchiostro nuovo che diventerà vecchio. Volevo diventare un cantante e ho scritto canzoni, poi un poeta e ho provato a scrivere poesie: insomma, non ho mai precluso alcuna illusione. Mi sono illuso, ho pensato al mondo, al futuro, alla vita, al vivere, alla sofferenza, alla felicità, all'amore, a tutto. Ho sempre avuto grande nostalgia di un passato che non ho vissuto, nostalgia di un presente che manca. Manca nella sua totalità, nella sua pienezza, con la sua pienezza.


Signor Passato,
e così, te ne sei andato.
Senza chiedere niente,
e se qualcuno non era d’accordo?
Come me!

Sig. Passato,
io che con te non c’entro niente,
e non ho colpe se vivo in un mondo ormai nulla tenente.
Come me!

E mi sveglio sempre
con te, nella mente
Perché forse mi manchi
anche se di te,
non ho visto niente.
E della tua gente,
del tuo essere sempre presente.
Quando c’era l’amore
e tutto, era normale,
quando si era romantici e nei vicoli si dava a parlare.
E, per conquistare lei, bisognava sudare.

Sig. Passato,
anche se i tuoi valori
sono scritti sui libri che noi, cazzo, abbiamo studiato,
hai visto cosa abbiam combinato?

Sig. Passato,
oggi di moda van le cazzate.
Gente sparata nel mondo, che sale, che tocca le stelle
e poi, torna giù nelle stalle.

E che poi sta male, non crede più a niente,
gira vagando
senza aver più una mente,
senza aver più una mente.

Chissà che cosa io darei,
per tornare da te!

Oggi non è cosi,
non c’è poesia nei cuori.
Nel sangue c’è rabbia
e nelle mani, solamente sabbia, sabbia.

Oggi, siamo come i canali,
ognuno, piscia sull’altro.


Vincenzo Nisio

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