Leggo continuamente di persone che propongono la candidatura di l'uno o l' altro alla Presidenza della Repubblica. Ne sento tante: ognuno ha la propria opinione, per carità. Che però noi italiani siamo un popolo “strano” è sicuro, e me ne dovete dare atto. Una stranezza molto bella sotto alcuni aspetti, ma lacunosa da altri. E allora, chi desidereremmo come Presidente della Repubblica? L'ultima proposta che ho letto stamattina, Carlo Petrini.
Dico la mia. Qualcuno considera noi italiani un po' matti (nel senso buono del termine ovviamente) e questo ci permette di sentirci un tantino più liberi di esprimerci, anche nei comportamenti che assumiamo quotidianamente. E’ un aspetto che a me piace. Anche perché fa di noi un popolo diverso, meraviglioso. L'Italia sta vivendo un profondo momento di crisi, economica ma soprattutto di identità: nessuno si riconosce più in se stesso, non apprezza l'amore, la felicità, l'essere se stessi, l'armonia, il proprio io, la propria unicità, la voglia di vivere la vita intensamente così come ce l'hanno donata. Al grande Leo Buscaglia piaceva pensare che nel giorno della nostra nascita ognuno di noi ha ricevuto in regalo il mondo, un pacco da aprire e da esplorare in ogni suo angolo, nel materiale e nell’immateriale. Pensare qualcosa di diverso da quello che vogliono farci credere poche persone, ci limita. La paura di essere se stessi ci limita. Bisogna che ci liberiamo, perché il peccato più grande è quello di annientarsi, di non vivere, di non essere completamente liberi di esprimersi.
Roberto è un uomo ricco d’amore. E’ questo il nome che vi propongo, sarebbe per l’Italia qualcosa che segnerebbe la storia della nazione, un cambiamento di rotta radicale, una rinascita della Repubblica. Ma voi ci pensate, Roberto Benigni Presidente della Repubblica. Immenso, un uomo di cultura che emoziona ogni qual volta ci parla: nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, qualche settimana fa declamando i Dieci Comandamenti. L’Italia ha bisogno di felicità, di amore, di libertà.
L’Italia è un paese giovane che ha bisogno di emozionarsi, di ritrovarsi. Sarebbe un'opportunità bellissima, un cambiamento profondo che segnerebbe la storia. Ci vuole coraggio, lo so, ma perchè non farlo? Chi e che cosa ci frena? Dobbiamo imparare a rischiare, così impariamo a sentire, a cambiare, a progredire, ad amare e vivere. Ad essere liberi. Roberto Benigni è un uomo complesso, uno studioso d’altri tempi capace di comunicare gioia e farla sentire dentro. Inoltre riguardo alla sua carriera c’è poco da discutere.
Il Presidente della Repubblica Italiana è colui che deve rappresentare l’unità della Nazione; può essere eletto Presidente qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto cinquanta anni di età e che goda dei diritti civili e politici. Quindi? La Costituzione ci dice che dobbiamo essere liberi di farci rappresentare da chiunque abbia questi semplici requisiti. E’ bellissimo, non vi pare? Emozioniamoci, crediamoci, usciamo fuori dai vecchi canoni e cambiamo questo Paese, rischiamo e non abbiamo aure o veli: Roberto Benigni è l’uomo che più rappresenta - oggi - questa splendida Italia.
Roberto, ormai La conosciamo tutti: semmai leggerà questo articolo e semmai riceverà la proposta, non faccia che non accetti, mi raccomando.
Vincenzo Nisio
Dico la mia. Qualcuno considera noi italiani un po' matti (nel senso buono del termine ovviamente) e questo ci permette di sentirci un tantino più liberi di esprimerci, anche nei comportamenti che assumiamo quotidianamente. E’ un aspetto che a me piace. Anche perché fa di noi un popolo diverso, meraviglioso. L'Italia sta vivendo un profondo momento di crisi, economica ma soprattutto di identità: nessuno si riconosce più in se stesso, non apprezza l'amore, la felicità, l'essere se stessi, l'armonia, il proprio io, la propria unicità, la voglia di vivere la vita intensamente così come ce l'hanno donata. Al grande Leo Buscaglia piaceva pensare che nel giorno della nostra nascita ognuno di noi ha ricevuto in regalo il mondo, un pacco da aprire e da esplorare in ogni suo angolo, nel materiale e nell’immateriale. Pensare qualcosa di diverso da quello che vogliono farci credere poche persone, ci limita. La paura di essere se stessi ci limita. Bisogna che ci liberiamo, perché il peccato più grande è quello di annientarsi, di non vivere, di non essere completamente liberi di esprimersi.
Roberto è un uomo ricco d’amore. E’ questo il nome che vi propongo, sarebbe per l’Italia qualcosa che segnerebbe la storia della nazione, un cambiamento di rotta radicale, una rinascita della Repubblica. Ma voi ci pensate, Roberto Benigni Presidente della Repubblica. Immenso, un uomo di cultura che emoziona ogni qual volta ci parla: nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, qualche settimana fa declamando i Dieci Comandamenti. L’Italia ha bisogno di felicità, di amore, di libertà.
L’Italia è un paese giovane che ha bisogno di emozionarsi, di ritrovarsi. Sarebbe un'opportunità bellissima, un cambiamento profondo che segnerebbe la storia. Ci vuole coraggio, lo so, ma perchè non farlo? Chi e che cosa ci frena? Dobbiamo imparare a rischiare, così impariamo a sentire, a cambiare, a progredire, ad amare e vivere. Ad essere liberi. Roberto Benigni è un uomo complesso, uno studioso d’altri tempi capace di comunicare gioia e farla sentire dentro. Inoltre riguardo alla sua carriera c’è poco da discutere.
Il Presidente della Repubblica Italiana è colui che deve rappresentare l’unità della Nazione; può essere eletto Presidente qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto cinquanta anni di età e che goda dei diritti civili e politici. Quindi? La Costituzione ci dice che dobbiamo essere liberi di farci rappresentare da chiunque abbia questi semplici requisiti. E’ bellissimo, non vi pare? Emozioniamoci, crediamoci, usciamo fuori dai vecchi canoni e cambiamo questo Paese, rischiamo e non abbiamo aure o veli: Roberto Benigni è l’uomo che più rappresenta - oggi - questa splendida Italia.
Roberto, ormai La conosciamo tutti: semmai leggerà questo articolo e semmai riceverà la proposta, non faccia che non accetti, mi raccomando.
Vincenzo Nisio
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